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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Psicopatologia dei gruppi Facebook

Come tutti (o quasi) i frequentatori di social media, sono iscritto ad alcuni gruppi di Facebook. Quelli geografici, del tipo "Sei di [...] se" sono così spassosi da far sospettare un livello medio di intelligenza piuttosto scarso: i post sono privi di reale interesse, quasi sempre polemici, e i commenti molto spesso aggressivi.

Ieri sera, per puro divertimento goliardico, ho pubblicato queste parole sul gruppo della mia città:
Sono indignato!1 avevo chiesto di far iniziare la Quaresima domenica prossima, per vivere più lungo questo periodo di riflessione e di penitenza. Mi hanno detto ke non si può, perché quelli del carnevale hanno diritto a tre o quattro sfilate, e bisogna rispettare il lavoro che fanno. Trovo ke sia ingiusto dare spazio ai carri [di carnevale, ndr] che inquinano e bloccano il traffico, e negarlo al digiuno e alla penitenza che invece sono ecologici!!1! E poi la quaresima è una tradizione della città, dovremmo riscoprirla!!!1!
Va da sé che gli errori ortografici erano voluti, per rendere la provacazione meno appariscente (spero che si colga l'ironia di questa frase). Ho spento il cellulare e sono andato a dormire, convinto che gli amministratori della pagina avrebbero cestinato il mio contributo. Stamattina, invece, scopro che ha ricevuto decine di commenti, e molti "like".

Non potendo pubblicare le schermate per evidenti ragioni di riservatezza degli utenti, riassumo il contenuto dei commenti:
  • La maggioranza dei lettori e commentatori ha creduto che fossi serio;
  • molti di costoro hanno risposto in modo aggressivo, sprezzante, talvolta violento, in palese contraddizione con l'ostentata fede cristiana che dovrebbe animarli;
  • qualcuno mi ha detto che non posso permettermi di criticare il lavoro degli organizzatori del benemerito carnevale (!);
  • pochi, e sottolineo che si tratta quasi esclusivamente di donne, hanno capito l'ironia provocatoria del mio post, e hanno osservato che tutti gli altri hanno abboccato come pesci all'amo.
Ovviamente questo genere di esperimento sociale non ha alcuna valenza, ma ha confermato appieno la mia sensazione iniziale:
  1. i commentatori più assidui dei gruppi Facebook hanno le dita più veloci del cervello, e iniziano a scrivere senza riflettere, o addirittura senza aver compreso il significato di ciò che si accingono a commentare;
  2. i social media amplificano i comportamenti più primitivi e superficiali (disprezzo, rabbia, rancore, violenza), relegando la riflessione ad un ruolo subordinato e forse inesistente;
  3. last but not least, la scrittura sgrammaticata e la sintassi zoppicante sono entranti nella normalità, e fa parte di un preoccupante analfabetismo di ritorno che speravo fosse stato contenuto dalla scolarizzazione. Provate a correggere gli errori grammaticali, e sarete coperti di insulti.
 Per concludere, aggiungo solo un sospetto: chi ha inventato questi sistemi di socializzazione, era ben consapevole degli effetti che ne sarebbero scaturiti.

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