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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Alpi segrete

Se amate la montagna, ma soprattutto se amate la montagna non selvaggia ma selvatica, Alpi segrete di Marco Albino Ferrari è il libro che fa per voi. L'autore è il fondatore del periodico Meridiani Montagne, nonché alpinista d'esperienza.

Articolato in un ideale verso di percorrenza Ovest-Est, il volume raccoglie pochi capitoli dedicati ad altrettanti luoghi segreti della catena alpina. Dalle valli cuneesi alle Alpi Giulie, passando per la Valtellina e le Dolomiti, il lettore che cerchi spunti per un'escursione lontano dal traffico delle mète più famose troverà pane per i suoi denti.

Un'avvertenza: il tono dell'autore è talvolta duro, forse eccessivamente duro. Di fatto tutti i capitoli sono attraversati dall'annosa questione dell'atteggiamento verso la montagna: da un lato ci sono gli amanti della montagna, dall'altro i montanari. I primi sono quasi sempre cittadini che idealizzano l'ambiente alpino all'estremo, e si dibattono fra la tutela dell'ambiente selvatico e la diffusione delle comodità urbane fin sulle vette. I secondi, che in montagna vivono da sempre e da essa devono trarre sostentamento, appaiono politicamente scorretti, un po' austeri e burberi.
Ferrari ha un'avversione evidente per la commercializzazione dell'ambiente montano, e per le inevitabili degenerazioni (si pensi a Cortina, Courmayeur, e agli altri luoghi dove "anche la neve è firmata"). Questa posizione rischia di mortificare l'entusiasmo che il lettore tende a sviluppare quando legge che sono sempre più numerosi i musei della montagna. Ferrari non esita a liquidarne alcuni alla stregua di ammassi di ciarpame uscito dai solai, totalmente privi di valore scientifico e storico.
Oppure, ma devo confessare che non è stata una sorpresa, attacca piuttosto duramente i cosiddetti MMM, i musei della montagna di Reinhold Messner in Alto Adige. Messner è uno dei migliori alpinisti contemporanei, ma alla prima visita dei suoi luoghi si nota una certa ispirazione commerciale spinta.

Ad ogni buon conto, il capitolo finale dedicato all'orso Dino è emblematico. Questo orso, nato nella foresta slovena, nel 2009 ha deciso di intraprendere un viaggio quasi picaresco verso la frontiera occidentale. Attraverso la foresta di Tarvisio e le Dolomiti, si è spinto fino alle porte di Verona. L'eco mediatica è stata forte, ed è immediatamente nata la partigianeria: ecologisti di città contro abitanti delle valli. Persone pronte a difendere un animale del tutto sconosciuto e mitizzato contro lavoratori esasperati dai massacri di animali compiuti da Dino.
La fine, tutt'altro che lieta, contiene un risvolto beffardo che non voglio svelare, e che probabilmente resta negli archivi on-line dei quotidiani. Il caso, tutto sommato banale, è diventato il paradigma della lotta fra l'uomo e la natura, ma soprattutto fra l'uomo che può permettersi di osservare la natura e l'uomo che deve invece convivere con essa e con i suoi pericoli.

Ho imparato molte cose sulle Alpi Giulie, un segmento cui sono particolarmente affezionato e al quale Ferrari dedica il capitolo più tecnico e articolato dell'intero libro.

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