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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

1979

Pubblicato in Italia nel 2010 da Voland, 1979 è un romanzo veloce, di lettura semplice ma intrigante. Vi ho già parlato di un altro libro dello scrittore francese Jean-Philippe Blondel, 6.41. Ciò che accomuna le due opere è la predilezione per la narrazione a più voci. In 6.41 assistiamo al confronto fra due soli personaggi, che ricordano un passato comune alternandosi attraverso i capitoli. Ognuno è l'oggetto di interesse dell'altro, in modo simmetrico.
In 1979, al contrario, la topologia è quella di una rete a stella: in mezzo c'è un numero, o meglio una data: il 1979. Intorno di sono vari personaggi che si interrogano sul passato e sul presente, in un coro di voci talvolta sconclusionato. Lo spunto è divertente: sulla facciata di un grande edificio di una città francese, una mattina gli abitanti del quartiere leggono 1979, tracciato a vernice. Chi è stato? Perché? Che senso può avere un graffito così particolare?
Da questo momento, noi lettori assistiamo ai pensieri di più persone, ciascuna convinta di avere una spiegazione plausibile. Fra rimpianti, rabbie e voglia di riscatto, il gruppo eterogeneo si ritroverà in un pub irlandese, nel mezzo di una festa a tema.

Scritto con la tecnica del flusso di coscienza, fino alle ultime pagine 1979 sembra la classica storia senza storia. E invece Blondel ci presenta la soluzione nell'ultimo capitolo, quasi guastando l'atmosfera rarefatta così faticosamente costruita. Personalmente non sono sicuro di aver apprezzato la soluzione dell'enigma, mi è sembrata quasi l'ultima pagina della Settimana Enigmistica dove i lettori meno abili trovano sollievo ai dubbi. Forse non c'era bisogno di razionalizzare, perché non tutto è razionale e spiegabile. Resta comunque un buon romanzo, meno mainstream di 6.41 e per questo meno popolare.

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