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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Il soldatino impazzito

Superbo! Non trovo aggettivo migliore per definire questo libro di Gianni Zanolin. Uscito nel 2013 per i tipi delle Edizioni L'Omino Rosso di Pordenone, è diventato ben presto un caso letterario: ottime recensioni sulla stampa nazionale l'hanno fatto scoprire al grande pubblico.
La storia è molto italiana: l'omicidio di tre militari americani di stanza ad Aviano è scoperto, per puro caso, dal commissario Vitale (Vidal) Tonelli della questura di Pordenone. Il caso sembra risolversi in fretta, e facilmente. Troppo facilmente per essere vero. Ed allora entrano in gioco i servizi segreti, tipico apparato buono per ogni possibile devianza letteraria (e anche non letteraria). Fra personaggi ambigui e collaboratori fidati, Tonelli farà luce sulla vicenda, ma dovrà fare i conti con un passato che sperava di aver sepolto definitivamente.

Scritto magistralmente e con una ricercatezza di dettagli e particolari davvero notevole, il romanzo scorre senza pause o tempi morti verso l'epilogo. Che non è cruento come i capitoli precedenti indurrebbero a credere, e Zanolin resiste abilmente alla tentazione di un finale poliziottesco.
I testi sono ricchi di frasi dialettali, dal pordenonese al triestino, con una puntata nello sguaiato veneziano.
Ci sono punti deboli nella trama? Beh, forse soltanto la presenza ingombrante dei militari americani, che spiano mezzo Friuli con i loro satelliti e giocano dunque un ruolo onnisciente; qualche purista del giallo tradizionale potrebbe storcere il naso di fronte alle intercettazioni audio e video che, in pratica, svelano i fatti criminosi senza appello.
Il colpo di scena delle ultime righe, salutato da qualche recensore come un gioiello, non mi ha stupito: non posso rivelarlo qui, basti dire che avevo capito la verità alla seconda telefonata del commissario alla segreteria telefonica della compagna.

Sul sito dell'autore ho letto che è in preparazione la seconda avventura del commissario Tonelli. La attendo con ansia, e spero che la distribuzione possa migliorare: la mia libreria milanese di fiducia ha impiegato più di un mese per reperire il libro.

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