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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

MEPA o non MEPA?

Dunque, si dà il caso che dovessi acquistare per lavoro un computer portatile. Un portatile Apple, per la precisione. Quindi ho costruito sull'Apple Store la macchina con i requisiti necessari, e ho inoltrato la richiesta al servizio centrale per gli acquisti della mia università.
Un tempo era tutto più facile, poi è arrivato uno dei tanti fustigatori di costumi e ha imposto che la pubblica amministrazione faccia acquisti attraverso la CONSIP e il MEPA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione). Vi risparmio i penosi dettagli: in breve, è un portale internet dove i rivenditori di buona volontà espongono le loro mercanzie.

Ora, si dà il caso che il computer che vorrei acquistare non sia una configurazione standard (voglio più memoria RAM del minimo sindacale per evitare che diventi obsoleto fra sei mesi, voglio finalmente un hard disk a stato solido perché i miei portatili si fanno 70 km al giorno di treno con annessi colpi e contraccolpi, e infine voglio la maledetta tastiera US, se possibile con accento del Wisconsin); dopo due settimane, gli addetti allo spulciamento del tragicomico sito MEPA comunicano che non è presente il modello desiderato, e pertanto chiederanno un preventivo ai rivenditori di fiducia. 
Dopo altri sei giorni, ricevo un preventivo da Torino, che coincide al centesimo di euro con il prezzo dell'Apple Store. Oddio, non c'è da restare a bocca aperta, sapendo che Apple impedisce ai rivenditori di applicare sconti e ribassi. Comunque, dopo tre settimane abbondanti, confermo l'unico preventivo possibile, che peraltro qualunque negozio Apple di Milano avrebbe potuto offrire; pazienza, vorrà dire che avrò un portatile con tastiera yankee e odore di gianduiotto.

Sia ben chiaro: non sto addossando alcuna colpa o muovendo alcuna critica alla procedura seguita dalla mia amministrazione: è la legge, bellezza. Il fatto è che questa legge è un incubo! Non tanto per un matematico come me, che fa un acquisto di una certa portata una volta ogni tre o quattro anni. Quelli che si sono guadagnati l'inferno a forza di bestemmie sono i colleghi che ogni settimana devono provvedere al rimpiazzo di materiali di consumo per i laboratori, e ad ogni acquisto devono passare in rassegna il suo del MEPA nella speranza di trovare quello che cercano.

Adesso facciamo un ragionamento grezzo, da pizzicagnolo: supponiamo pure che un computer sia in vendita sul MEPA a 100 euro in meno. Per scoprirlo, almeno due o tre persone devono dedicare qualche ora di lavoro a questo scopo: lo scienziato mette su carta le specifiche del pc, un tecnico le studia e cerca innanzitutto un prodotto identico ai desideri, e in subordine alcuni prodotti paragonabili. Per far questo, non bastano pochi minuti, anche grazie allo squallore del sito MEPA. Infine, il tecnico restituisce allo scienziato la lista dei prodotti suggeriti, e quest'ultimo decide quale (ammesso che ce ne sia uno) sia il migliore. Se tutto va bene, l'ordina va in mano ad un altro amministrativo che perfeziona l'acquisto. Se qualcosa si inceppa, e lo scienziato non si rassegna ad un 486 del 1995 "appena appena meno scattante" del quad-core con 8 Gb di RAM richiesto, la pantomima continua e coinvolge il libero mercato.
Se quantifichiamo il tempo impiegato dall'inizio alla fine, temo che il risparmio sia riassorbito dal costo del personale. Non sarebbe stato il caso di introdurre una franchigia per gli acquisti saltuari o di importo ridotto? 

Commenti

  1. concordo su ogni singola parola (e aggiungo l'anima de li mortacci di chi fa le regole alla cazzo)

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  2. Anche io concordo, ma debbo aggiungere che anche l'abilitazione e la creazione del catalogo sono rispettivamente paragonabili a un'odissea e a un incubo!!!
    Ad esempio nel mio caso, essendo una ditta individuale in regime dei minimi e operante come consulente informatico (faccio assistenza e non vendita), non rientro nelle categorie assoggettate all'iscrizione alla camera di commercio, MA il MePA lo richiede come requisito indispensabile per l'abilitazione, così come la soglia dei 25000€ di fatturato nell'anno precedente! Oltretutto iscrivendosi alla camera di commercio, l'INPS pretende 3200€ minimo anche se non guadagni nulla (poi è un crescendo a seconda del reddito)!!!!
    Per fortuna che lo stato sta facendo riforme per promuovere l'imprenditoria giovanile!!! xD
    Last but not the least, sono riuscito a iscrivermi (ma non ad avere l'abilitazione ovviamente) e a visionare il catalogo e il sistema per popolarlo… è semplicemente disarmante… vi invito a dare anche solo un colpo d'occhio al manuale della gestione catalogo: https://www.acquistinretepa.it/opencms/export/sites/acquistinrete/documenti/Guide_e_manuali/MePA-Guida_gestione_catalogo.pdf

    E' strettamente pensata per la vendita di merce e beni, e logicamente inadatta alla fornitura di servizi o di consulenze!
    Per non parlare della struttura del sito, come la ricerca di un bene o un servizio è da mal di testa continuo… non capisco come si possa concepire un sistema simile con tanti ottimi esempi di motori di ricerca merceologici consultabili direttamente online…
    Spero solo che alla fine di questa odissea riuscirò ad ottenere questa maledetta abilitazione invece di naufragare tra i mille scogli della burocrazia nostrana (non per altro devo farmi pagare delle prestazioni già eseguite). :(

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  3. il comico (o drammatico per il contribuente) è che un bene che la pubblica amministrazione si vede costretto ad acquistare sul mepa è spesso reperibile ad un prezzo notevolmente più basso al difuori del circuito...

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  4. Il MEPA è una cagata pazzesca per l una e per l altra parte.

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  5. Per inserire un singolo articolo ci si impiega più di mezzora.Se hai bisogno di assistenza si paga quasi un euro al minuto.Un sito fatto malissimo .Per no parlate dell abilitazione.POI LO SPLIT PAYMENT.

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