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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Recensione: Ritorno a Bassavilla

Questa volta vi parlo di un libretto acquistato per caso, sull'onda di alcune recensioni lette in Rete.



Ritorno a Bassavilla è uno strano prodotto di Danilo Arona. Idealmente sarebbe il seguito dell'ormai introvabile Cronache di Bassavilla, apparso nel 2006 e presto scomparso dai cataloghi. Bassavilla è un nomignolo per la città di Alessandria, descritta come un ricettacolo di misteri. Ma Bassavilla è tutta la regione che dalla Liguria sale fino ad Asti, con le sue campagne brumose e i suoi abitanti scontrosi.
All'inizio ero abbastanza scettico, ma ho dovuto ricredermi presto. Il libro è piacevole, e alterna racconti spiritosi a racconti di cronaca nera, conditi con una sana dose di leggenda metropolitana. Qualche storia mette un profondo senso di tristezza, come quella del ragazzo che, morto in un incidente di motocicletta, non si rassegna a frequentare il suo appartamento. D'accordo, nessuno pretende che ci crediamo: ma è pur sempre letteratura, vero?
La scrittura di Arona è scorrevole e talvolta troppo colloquiale, quasi una trascrizione radiofonica. Come detto, nessuna pretesa di verosimiglianza, ma questo piccolo libro regalerà alcune ore di svago agli appassionati di leggende metropolitane. Suggerisco, per restare in tema, l'ormai classico Il bambino è servito, di Cesare Bermani.

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