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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Arbitro pennuto

Arbitro pennuto è una bellissima espressione contenuta in una storia di Paperino: allo stadio i tifosi gridavano questo "insulto", non essendo consigliabile utilizzare l'espressione più volgare in un fumetto per bambini.
Che c'entra con il mio blog? C'entra, c'entra.

Ero ad un convegno, vagamente insonnolito per la fatica di stare ore ed ore seduto in una stanza surriscaldata e senza ricambio d'aria. Ad un certo punto, il tizio davanti a me (che non conosco, quindi non potrei riportarne il nome nemmeno se lo volessi) apre il computer portatile ed inizia a scrivere un file intitolato Report on the paper by ...
D'accordo, avrei dovuto distogliere lo sguardo per buona educazione. Ma quando vi spalancano davanti agli occhi un computer, è quasi inevitabile gettare uno sguardo. E confesso di essermi incuriosito. Non l'avessi mai fatto!
Il tizio apre il file PDF dell'articolo da giudicare, seleziona (Copy) tutta l'introduzione e la incolla (Paste) nel suo file. E già questo mi ha insospettito. Dopo aver fatto questa operazione di alta informatica (compiuter sciains, direbbe qualcuno), il de cuius aggiunge una riga vuota e digita (traduco in italiano):
l'articolo è affetto (?) da confusione, e soprattutto l'introduzione dovrebbe essere rimaneggiata per evidenziare i risultati dimostrati. Inoltre anche l'inglese dovrebbe essere rivisto. Per queste ragioni l'articolo sottoposto è rigettato.
Per un attimo ho stentato a credere ai miei occhi. Poi è arrivato la degna conclusione: il tizio ha passato il computer ad un ben noto pezzo grosso a livello internazionale, che ha annuito sornione e ha confermato che il report era adeguato.

Ora, a parte che per criticare l'uso della lingua da un pulpito del genere ci vuole una bella faccia di bronzo, è così che lavorano i referee delle riviste scientifiche? Copiano l'introduzione, dicono che la stessa introduzione è troppo lunga, e quindi respingono l'articolo? Io, non per vantarmi, non mi sono mai comportato in questo modo. I miei report sono sempre dettagliati, ed evidenziano con tanto di numero di pagina e numero di riga gli eventuali errori o le eventuali imprecisioni. Un rifiuto è sempre motivato con educazione, come ritengo doveroso.

Stavo per battere un colpetto sulla spalla del tizio per dirgli: Referee pennuto! Poi mi sono trattenuto, forse non avrebbe capito il riferimento alla letteratura colta.

Commenti

  1. Avrei cercato di sapere il so nome... se mai un giorno mi fosse arrivato un suo articolo da referare, avrei fatto copia e incolla dell'abstract, avrei scritto "minchiate" e l'avrei rifiutato... :-)
    chi di penna ferisce...

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  2. Comunque arbitro pennuto è fantastico!
    Me lo ricordo anch'io :-)

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