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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Qui nessuno è fesso

La scienza delle relazioni interpersonali non è esatta e, soprattutto, è alquanto pericolosa. Ci sono situazioni che ti mettono il tarlo del dubbio direttamente nel cervello. Tu parli con una persona, e maturi la sensazione che ti stia prendendo per i fondelli. Problema: come reagire?
  1. Affermare con enfasi: "Lei mi sta prendendo in giro!"
  2. Valutare la possibilità che la sgradevole sensazione nasca solo dal proprio orgoglio, e conseguentemente mostrarsi calmi e pacati.

Tendenzialmente, la soluzione 2 è suggerita da: parenti, amiche, fidanzate e altre rappresentanti del sesso femminile. Prenti, amici e colleghi uomini suggeriscono la soluzione 1, allungata con indignazione q.b. e fumo dalle narici.

Nel caso 1, il rischio che corri è quello di apparire aggressivo e maleducato. Nel caso 2, il rischio è quello di apparire veramente fesso.



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