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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

L'ultimo weekend di u53066c

U53066c è il nome del mio computer, quello dell'ufficio. Come ho già scritto altre volte, è guasto ed è quasi impossibile accenderlo; solitamente non lo spengo mai, ma basta un breve blackout per comprometterne il funzionamento. Finalmente, il nuovo computer è arrivato, e nei primi giorni della prossima settimana potrò installarlo. Ragionevolmente, questo sarà l'ultimo weekend del buon vecchio u53066c; voglio cedere al sentimentalismo, e scriverò un breve epitaffio.

Caro u53066c, la tua vita è stata difficile fin dall'inizio. Ricordo gli improvvisi blocchi mentre stavo lavorando, e le discussioni per convincere i tecnici che avevi bisogno di cure. Allora eri ancora in garanzia, e hai subito un trapianto di motherboard che ti ha permesso di condurre una vita normale e piena di soddisfazioni. Su di te ho installato decine di sistemi operativi, con te ho imparato ad amministrare server di posta, DNS, proxy, ftp, server web qualche volta la mia imprudenza ti ha fatto passare dei guai, e ti hanno scollegato da internet. Per qualche anno sei stato il miglior computer del dipartimento, e mi hai sempre permesso di collegarmi da casa via ssh. Anche dopo aver diagnosticato la tua malattia incurabile, hai superato un paio di crisi acute e ancora oggi sei acceso e vitale. Ti ho strappato alla rottamazione con uno sforzo notevole, ti ho smontato pezzo per pezzo e mi sono inventato modi fantasiosi per riaccenderti nei momenti difficili.
Ora è tempo che tu vada, non serve resistere ancora. Solo due giorni fa, hai sopportato eroicamente due difficili aggiornamenti del sistema operativo. So che è stato faticoso, e ti ringrazio per la collaborazione.
Come un soldato devoto hai sempre obbedito e hai sempre servito: semper fidelis, marine!

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