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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Luoghi del cuore

Cunardo è il paese di nascita di mio nonno materno. Fin dal 1975 ho passato lì quasi tutte le vacanze. Dal 1997, quando mio nonno è stato male senza speranza di recupero, le mie visite si sono diradate. Ormai ci vado solo per curare la sua tomba e quella di sua sorella.

Venerdì scorso, in una giornata primaverile tipica delle valli varesine, ho trovato un paese rimesso a nuovo. Molte case sono state ristrutturate, alcune vie sono state allargate e finalmente Cunardo si sta scrollando di dosso quell'aspetto di abbandono e desolazione che non meritava.

Per me non sarà mai più il paese dell'infanzia, perché troppe persone se ne sono andate per sempre. È giusto (ed inevitabile) così, la vita continua e volgersi indietro non serve.



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