Passa ai contenuti principali

In primo piano

Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

La pace non è una (sola) virtù

"La pace non è l'indifferenza, l'apatia, il quieto vivere. C'è, in effetti, chi concepisce la pace in questo modo: destreggiarsi il più abilmente possibile per non avere fastidi. Aggirare gli spigoli, essere condiscendenti e arrendevoli, magari transigendo sui principi. Non impegnarsi a fondo, farsi una cuccia calda e riparla dai venti; vivere in pantofole, come si suol dire. Il risultato di questo studio minuzioso non è la pace: è il quieto vivere, senza grane, senza noie, senza disturbi. A ben pensarci è una sorta di morte. La morte non duole, la morte lascia tranquilli. Ma è forse un ideale da proporsi?"

Adriana Zarri (1919-2010), teologa.

Commenti

Post più popolari