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Riflessioni sull'insegnamento

  Corrono tempi alquanto peculiari nell'ambiente universitario. Bisogna premettere, doverosamente, che l'accademia italiana è stata a lungo un territorio vetero-feudale, cioè governato in larga misura dall'operato dei singoli docenti. Per essere concreti, tutti abbiamo sentito parlare dei famigerati professori "che non promuovevano nessuno", o di quelli che "passavano tutti al primo appello." In queso senso, i corsi di laurea avevano una trama comune piuttosto sfilacciata. Oggi tutto sta cambiando, e piuttosto velocemente. Dall'alto (nel senso di: governo, Europa, Mondo, Universo) arrivano pressanti richieste di trasparenza e omogeneità. Se un docente del 1985 poteva permettersi di insegnare praticamente ciò che voleva all'interno dei suoi corsi (con qualche vincolo, ma non troppo stringente), oggi si respira un'aria di regolamentazione sempre più forte. Questa regolamentazione non tocca, almeno in prima battuta, i contenuti degli insegnament

Che giovedì, questo giovedì

Certi giorni nascono proprio storti. A proposito, sapevate che l'aggettivo "storto" non esiste? Sembra che solo noi lombardi lo utilizziamo fin da piccoli, per influenza del dialettale "stort". Ma sto divagando.

Questa mattina, come ogni giovedì, ho fatto la barba (altra espressione dialettale). Curiosamente, sono riuscito a tagliarmi un'orecchio. Non in senso letterale, solo un taglietto. E già ho rischiato di perdere il treno. E invece no, il treno era in perfetto orario, il sole stava alzandosi e tutto sembrava volgere al meglio. Sembrava.
Infatti qualche deficiente ha pensato di abbandonare alcuni rami sui binari, rompendo il locomotore del MIO treno. Fatto si è che sono sbarcato a Milano alle 10:40 invece che alle 9:20.
Già di ottimo umore, non riesco a compicciare (fiorentinismo) nulla.

Nel pomeriggio ho la bella pensata di intallare Sabayon Linux sul computer dell'ufficio. Sono specializzato nelle installazioni di quasi tutte le distribuzioni Linux, e quasi mi diverto. Peccato che il perfido aggeggio si spegne e non vuole saperne di riaccendersi.
Chiamo il tecnico, smontiamo il computer come mamma l'ha fatto, e la sentenza è che... è rotto! Difficile nascondere la mia sorpresa, non l'avrei mai pensato...
Ora sono senza computer, ma forse è un'opportunità di comprarne uno nuovo. Speriamo.

E meno male che ieri sera ho guardato "Gran Torino": il vecchio Clint mi mette sempre di buon umore.

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